Quando il lupo attacca l’uomo

Abbiamo trovato una interessante intervista fatta all’etologo Prof. Valerius Geist apparsa su (OUTDOORHUB). Geist ha pubblicato 17 libri sulla “wildlife” e sui grandi
mammiferi (umani inclusi) e ha insegnato per 27 anni all’Università di Calgary. Ha passato circa 50 anni sul campo, ed ha osservato i lupi in molte occasioni.
“Le mie prime esperienze con i lupi mi hanno mostrato animali curiosi e intelligenti ma, al contempo, timidi e cauti. Durante la mia carriera accademica e successivamente nei quattro anni di pensione ho sempre pensato ai lupi come animali innocui, facendo eco alle parole di molti miei colleghi nordamericani. Mi sbagliavo!”
Il Prof. Geist ha cambiato idea quando si è ritirato a vivere a Vancouver Island nel 1995 dove, in compagnia della moglie, si è ritrovato i lupi come vicini di casa. Nell’intervista racconta la sua esperienza diretta di convivenza con i lupi:
Nei prati e nelle foreste vicino casa vivevano circa 120 cervi dalla coda nera e circa 6 grandi orsi neri (maschi). In inverno arrivarono dai 60 agli 80 cigni trombettieri, grandi stormi di oche del Canada, fischioni, germani reali e alzavole americane. Fagiani e “ruffed grouse”non erano rari. Nell’autunno del 1995 ho visto le tracce di un primo lupo solitario. Poi, nel gennaio 1999, mio ​​figlio ed io abbiamo “tracciato” un paio di lupi nella neve. Un branco arrivò in quell’estate. Nei successivi tre mesi non fu più possibile vedere un cervo o le sue tracce nei prati, anche durante la stagione degli amori. Di notte vedevamo i cervi rannicchiarsi contro i fienili e le case dove, in precedenza, non si vedevano mai. Per la prima volta i cervi entrarono nel nostro giardino e girarono intorno alla casa. Conseguentemente aumentarono i danni ai nostri alberi da frutto e alle rose. I cigni trombettieri andarono via. Le oche e le anatre evitarono di frequentare i prati esterni spostandosi a ridosso delle stalle e dei granai. I fagiani e “ruffed grouse” svanirono. Il paesaggio sembrava vuoto, come se fosse stato privato della fauna
selvatica. I lupi divennero progressivamente più audaci, avvicinandosi alle abitazioni, uccidendo e mutilando animali domestici e bestiame, affrontando senza alcun timore anche gli uomini. Non si è verificato nessun attacco diretto nei confronti dell’uomo da parte dei “nostri” lupi dopo che hanno iniziato ad avvicinarsi, perché sono stati uccisi. Un ufficiale del “Predator Control office” ha provveduto successivamente a catturare gli altri. In seguito alla eradicazione del primo branco nel giro di un paio di anni un secondo si è trasferito nella zona, manifestando uno schema simile di evoluzione nei comportamenti. Geist ha scoperto che il comportamento di entrambi i branchi, quando le prede selvatiche si esauriscono e i branchi si
avvicinano alle zone abitate, ha seguito uno schema di “assuefazione” del tutto simile passante per sette stadi

1- All’interno del territorio del branco, le prede diminuiscono non solo a causa dell’aumento della predazione, ma anche per il fatto che non tollerano gli spazi domestici. I lupi così visitano sempre di più le discariche.
2- I lupi in cerca di cibo iniziano ad avvicinarsi sempre di più alle abitazioni. La loro presenza è segnalata dall’insistente abbaiare dei cani da guardiania delle fattorie.
3- I lupi iniziano a comparire alla luce del giorno e a debita distanza osservano le persone intente nelle loro faccende quotidiane.
4- Animali domestici di piccola taglia vengono attaccati vicino alle abitazioni, anche durante il giorno. I lupi preferiscono i cani e li seguono fino alle case dove i padroni si ritrovano a difenderli.
5- I lupi rivolgono la loro attenzione al bestiame di grandi dimensioni avvicinandosi con atteggiamenti minacciosi. Il bestiame può correre e saltare le recinzioni in cerca di fuga. I lupi diventano sempre più sfacciati e il bestiame può essere ucciso vicino alle case. I lupi possono iniziare a inseguire chi va a cavallo e a circondarli. Possono avvicinarsi alle case e guardare attraverso le finestre.
6- I lupi rivolgono la loro attenzione alle persone e si avvicinano, inizialmente semplicemente esaminandole. Possono fare attacchi esitanti, quasi scherzosi, mordere e strappare gli indumenti, tentando di mordere gli arti ma ritirandosi se affrontati. Si difendono dalla gente ringhiando e abbaiando e rimanendo a circa 10, 20 passi di distanza.
7- I lupi attaccano le persone. Questi attacchi iniziali sono maldestri, poiché i lupi non hanno ancora imparato come abbattere la nuova preda in modo efficiente. Le persone attaccate possono spesso fuggire a causa della goffaggine negli attacchi. Un uomo maturo e coraggioso può sconfiggere o far fuggire un lupo. Tuttavia, contro un branco di lupi non c’è difesa.

Il modello di “assuefazione” di Geist è stato tradotto in svedese, finlandese e tedesco. È diventato noto in Finlandia come “Seven Steps to Heaven”.
Dice sempre Geist: Quando i predatori sono scarsi e gli erbivori sono abbondanti, i lupi sono ben nutriti. Di conseguenza sono molto grandi nelle dimensioni del corpo, ma anche molto “timidi” nei confronti delle persone. I lupi sono visti raramente in queste condizioni, e ne risulta un’immagine romantica diffusa in Nord America anche oggi.
Tuttavia, quando i numeri degli erbivori diminuiscono mentre il numero dei lupi aumenta, si prevede che i lupi si disperdano e inizino ad esplorare nuove zone e nuove prede. Questo è il punto nel quale iniziano i problemi
L’ex biologo della fauna selvatica dell’Alaska Mark McNay e altri hanno stabilito che in Canada ci sono stati attacchi diretti a persone, sia in tempi storici che recentemente. L’8 novembre 2005, uno studente di ingegneria di 22 anni dell’università di Waterloo, Kenton Joel Carnegie, è stato ucciso da quattro lupi al Point North Landing nel nord del Saskatchewan. Questo è stato il primo episodio di attacco diretto da parte di un lupo in America del Nord. All’attacco seguì l’indagine e Geist fu chiamato come esperto. I quattro lupi che attaccarono Carnegie erano stati a lungo osservati, erano stati visti nutrirsi con la spazzatura e quattro giorni prima attaccarono due dipendenti del campo che cercavano di respingerli. Candice Berner, un’insegnante di 32 anni, è stata uccisa l’8 marzo 2010 dai lupi nel villaggio di Chignik Lake, nella penisola dell’Alaska. Anche questi lupi erano “abituati” alla spazzatura.
In che modo gli scienziati nordamericani hanno concluso che i lupi non rappresentavano una possibile minaccia per le persone? Geist risponde:
Non sapevano che a partire dal 1800, decine di migliaia di cacciatori in Canada e in Alaska stavano uccidendo tutti i lupi che potevano, legalmente e illegalmente. Furono effettuate campagne di contenimento attraverso avvelenamento e caccia da aerei e i lupi venivano uccisi da chiunque. Non c’è da stupirsi se i lupi erano scarsi, molto timidi, gli attacchi a persone assenti, le perdite di bestiame minime e le malattie trasmesse dai lupi praticamente ridotte. In assenza di esperienza , hanno scelto di ignorare l’esperienza accumulata da altri in Asia e in Europa.

Quando viene chiesto a Geist di prevedere il futuro dei lupi in Nord America risponde:
La prima minaccia è rappresentata dal fatto che i lupi di tutto il Nord America entreranno in contatto con milioni di coyote e cani rinselvatichiti. I lupi uccideranno alcuni dei cani e dei coyote, ma altri si ibrideranno. In breve, i lupi di “razza pura” in natura diventeranno una cosa del passato. La seconda minaccia è rappresentata invece dall’echinococcosi (Malattia idatidea). L’Echinococcus granulosus vive nell’intestino del lupo e del cane (ospiti definitivi) dove produce le uova che vengono eliminate insieme alle feci e che, se
ingerite accidentalmente dall’uomo o da mammiferi diversi quali ovini, bovini, ed equini (ospiti intermedi), liberano le larve che penetrano nell’intestino ed attraverso il sangue raggiungono il fegato, i polmoni ed altri organi (rene, milza, cuore, ossa, muscolo, occhio, cervello), dove formano delle cisti anche delle dimensioni di un pompelmo spesso letali.

Nessuno sta affrontando la minaccia rappresentata dalla malattia. Non credo quindi che i lupi abbiano un futuro felice.
Sicuramente questa intervista ci fa vedere un altro punto di vista e, altrettanto sicuramente, è possibile fare dei netti distinguo con la situazione Italiana ma con queste
opportune considerazioni è lecito porsi delle domande.