La carta grigionese sulla politica dei grandi predatori

In tal modo – nonostante il lupo – sarebbero di nuovo
possibile il pascolo spensierato e l’attesa allegra
dell’estivazione sugli alpeggi.

L’Unione degli agricoltori grigionesi ha un’idea chiara di come dovrebbe essere la coesistenza tra agricoltura e lupi. La sua Charta con solo tre richieste è di una semplicità impressionante, ma è essenziale.

Le pretese dell’Unione degli agricoltori grigionesi significano una riduzione del numero di branchi di lupi nel cantone di più di due terzi. (Immagine: Tuor / Pixabay)

L’Unione degli agricoltori grigionesi comunica che vuole prendere posizione con proprie
pretese prima del dibattito sulla revisione della legge sulla caccia. Se il processo politico
procede senza intoppi, la revisione potrebbe avvenire già nella primavera del 2023. Tuttavia, le discussioni controverse sono inevitabili.
Solo con regole efficaci si raggiunge l’obiettivo.
Secondo l’Unione degli agricoltori grigionesi, la revisione può avere successo solo se permette agli agricoltori di far pascolare il loro bestiame senza preoccupazioni e agli alpigiani di potersi rallegrare nell’attese dell’estivazione. «Questo obiettivo può essere raggiunto solo con una regolazione efficace dei grandi predatori», mette in chiaro l’Unione e presenta le seguenti tre pretese:
Un massimo di due branchi di facile gestione nel cantone dei Grigioni.
Con due branchi, il cantone adempie al suo obbligo internazionale di preservare il lupo come specie. Estrapolato a tutta l’Europa, questo corrisponderebbe a una popolazione di circa 30’000 individui, che sarebbe «assolutamente sufficiente».
Dal 2021, secondo il rapporto annuale dell’Ufficio grigionese per la caccia e la pesca, sul territorio cantonale ci sono sette branchi di lupi, in cinque dei quali lo scorso anno sono nati 30 cuccioli.
Tolleranza zero per gli attacchi agli esseri umani e al bestiame
Non devono essere tollerati né attacchi agli animali domestici e da fattoria, né approcci agli insediamenti, alle singole fattorie o alle persone. Quando le misure di protezione delle
mandrie sono «indispensabili», queste dovrebbero essere pagate con fondi per la
conservazione della natura e le spese sostenute dagli interessati dovrebbero essere pienamente compensate.
Responsabilità cantonale per la gestione del lupo
Come per tutte le altre specie animali, devono essere i cantoni a realizzare la gestione del lupo.
I politici sono invitati a prendere posizione.
Il problema dei grandi carnivori non è un problema solo dell’agricoltura, ma ha una portata più ampia ed è anche di rilievo per la sicurezza della popolazione. «Per questo daremo ai nostri candidati al Parlamento cantonale grigionese la possibilità prendere posizione a favore della popolazione rurale grigionese e dell’agricoltura firmando la Charta-lupo presentata e così, se eletti, di impegnarsi coerentemente in tal senso», spiega l’Unione dei contadini grigionesi.
L’economia agricola e alpina grigionese spera in un Gran Consiglio ben disposto verso la popolazione rurale.
Autore Jil Schuller, BauernZeitung 24 marzo 2022